Avvicinarsi abbastanza agli animali selvatici per scattare una bella foto, senza più affidarsi a fattori incontrollabili come la fortuna e la casualità, non è affatto scontato.
Per riuscirci occorre conoscere le abitudini dei soggetti, le tecniche di appostamento, avvicinamento e richiamo.
Ne abbiamo parlato in modo approfondito negli oltre 80 minuti di video-intervista inedita (la trovi qui) che accompagna l’articolo bonus sottostante.
More...
Al suo interno scoprirai consigli e suggerimenti per interfacciarsi con la fauna selvatica e rubare uno scatto senza spaventare o disturbare l'animale.
Perciò ti chiedo:
Anche tu vuoi imparare le corrette tecniche di avvicinamento e scoprire gli accorgimenti a cui prestare attenzione durante la fase di scatto, accedendo all'intera video lezione a cura di Bruno De Faveri?
Allora fai click adesso sull'immagine qui sopra per saperne di più...
In caso contrario, continua pure con la lettura del suo appassionato racconto fotografico, che offre alcuni spunti legati all'argomento.
Farsi le ossa in palestra
“Le foto che accompagnano questo articolo, sono state scattate tutte in un luogo specifico del parco della Scrivia” spiega De Faveri “dove ho ottenuto l'autorizzazione di allestire un capanno fisso.
Rispetto a quello mobile quest'ultimo ha la possibilità di abituare gradualmente e con meno stress i soggetti: perché è stabile e causa variazioni molto limitate nel paesaggio.
Una soluzione fotografica del genere deve essere sempre e soprattutto valutata come "palestra", nel corso degli anni. Solo all'inizio si rivela come una vera prima esperienza foto-naturalistica, non avendo magari mai fotografato da vicino ed in tranquillità soggetti selvatici.
Affinare la tecnica
"Successivamente si rivela di fondamentale importanza per affinare la propria tecnica" precisa De Faveri, "sia essa relativa all'utilizzo meramente tecnico della propria attrezzatura, sia sull'opportunità di personalizzare ed affinare il lato artistico dello scatto.
Restando fermi, ovviamente, ci sarà sempre il piacere di osservare e passare qualche ora in compagnia dei meravigliosi abitanti dei nostri boschi.
Ad esempio, come potete vedere nelle foto in cui il soggetto è riflesso nell'acqua, quest'ultima non è nient'altro che una piccola pozza artificiale (di neppure un metro quadrato) in quei pochi cm di acqua sono circondati da un set allestito ad hoc con foglie, corteccia, muschio ecc.
E' sempre fondamentale aggiungere il proprio lato creativo personalizzato per rendere, spesso, le proprie fotografie "riconoscibili" ed apprezzate!"
Profondità di campo
"I piccoli passeriformi sono soggetti tutt'altro che facili da fotografare, per quanto mi riguarda, forse tra i più difficili in natura: estremamente veloci, mai fermi, e a causa delle loro dimensioni, necessitano di una inquadratura così ravvicinata che quando viene superato il "limite focale" dell'ottica obbliga, ad esempio, all'utilizzo di tubi di prolunga con tutto quello che può conseguirne dal punto di vista della profondità di campo."
"Sappiamo bene quanto possa essere limitata la profondità di campo, utilizzando grandi aperture a pochi metri di distanza. Ciò, obbliga (fermo restando una ottima resa ad alti ISO della nostra fotocamera) all'utilizzo di diaframmi "chiusi" dovendo rinunciare magari ad uno sfondo uniforme e....sfocato. Ecco che allora, una situazione controllata come quella del capanno fisso, ci può venire in aiuto se allestiamo posatoi sufficientemente lontani dallo sfondo"
Intercettare il bersaglio
"Un'altro aspetto tecnico decisamente impegnativo da affrontare con questi spettacolari funamboli dell'aria, sono le foto d'azione, quelle riprese al volo per intenderci.
Velocità di scatto elevatissime, da 1/4000 in più, diaframmi accettabili, e ISO necessariamente alti saranno gli ingredienti obbligatori alla buona riuscita del nostro scatto. Ecco allora che la nostra attrezzatura sarà, purtroppo dal punto di vista economico, determinante.
L'unico modo in cui possiamo "aiutare" le suddette difficoltà sarà "obbligare" il nostro soggetto a seguire un percorso di volo ben definito ponendo il cibo in una posizione, camuffata, ben precisa."
Un tocco originale
"Il lato artistico, oltre a quello tecnico, non dovrà mai passare in secondo piano: un rametto un po' anonimo, da posizionare vicino ad una mangiatoia, non darà quel tocco poetico che potrebbe dare un ramo con bacche, magari di cappello da prete o rosa canina."
L'importanza dell'etica
"Da non dimenticare, ovviamente, il benessere e la sicurezza dei nostri soggetti: un posatoio collocato troppo distante da cespugli ecc. potrebbe essere una trappola mortale ed un "banchetto" perfetto per un predatore come lo sparviero. Alimentare assiduamente la mangiatoia con strutto o burro di arachidi sarebbe deleterio per il piccolo fegato dei nostri amici. Continuare a fornire loro cibo, oltre la fredda stagione invernale, li disabituerebbe al procacciarsi cibo in natura, da soli”.
Bruno De Faveri
Se vuoi approfondire l'argomento introdotto nell'articolo, ti farà piacere sapere che in questa video-intervista Premium Bruno De Faveri ha spiegato in profondità quali sono gli accorgimenti da prendere per avvicinarsi agli animali selvatici e “intrappolarli” in uno scatto perfetto. Tecniche apprese dall'autore grazie alle ricerche e ad anni di sperimentazione pratica.
Vorresti conoscere tutti i "trucchi del mestiere" del fotografo Bruno De Faveri?
Se anche tu sei stanco di attendere quel momento magico che si basa solo sulla fortuna e il caso, questa lezione che spiega come avvicinare facilmente gli animali da fotografare farà al caso tuo.!