Vuoi fotografare le marmotte ma non sai da dove cominciare?
In questa nuova avventura fotografica, Fabrizio Palombieri ci mostra come fare fotografie alle marmotte e al resto della fauna incontrata durante il suo percorso sulle Dolomiti Friulane.
Fabrizio infatti per fotografare questi piccoli roditori di montagna si è trovato di fronte altri animali che vivono nella zona, come i caprioli, i cervi, le aquile reali e così via…
Se vuoi sapere come ha fatto a fotografare questi animali di montagna, continua a leggere il suo racconto fotografico!
Indice
Scarpinando in montagna alla ricerca delle marmotte
Agosto 2015
Sono già stato in questa casera almeno una decina di volte, avendo poi anche lavorato al Parco naturale delle Dolomiti Friulane.

Ci sono salito anche per la manutenzione o per l’accompagnamento di escursionisti, quindi posso dire di conoscere la zona come le mie tasche, compresi i sentieri, i dislivelli e le ore di marcia necessarie per raggiungere i luoghi fotografici di mio interesse, nonché il dispendio energetico richiesto.
La mia ragazza voleva arrivare alla casera Bregolina grande passando dalla casera Bregolina piccola, quindi partenza dalla Val Settimana dal ponte del Cianer (867 m).
Conoscevo la strada, l’avevo già percorsa, e sapevo che sarebbe stata molto lunga, quindi decisi di viaggiare leggero dal punto di vista fotografico:
niente bazooka (cioè il mio Sigma 150-500mm) e niente treppiede,
solo la mia Nikon D610 e l’obiettivo tutto fare 70-300.
Dovevo calcolare che mi serviva spazio nello zaino da montagna anche per i sacchi a pelo, il cibo, il fornelletto a gas (questo è il migliore che conosca, non mi sono mai trovato meglio con un fornelletto a gas, piccolo e potente), i ricambi e l’acqua.
Inizia l’avventura per fare foto alle marmotte
Partimmo per cercare di fare foto alle marmotte e imboccammo il sentiero 370 che conduceva verso la casera Bregolina piccola per un lungo sentiero, passando prima attraverso la forcella Dof (1843 m), per poi scendere finalmente alla casera Bregolina piccola (1746 m).

Da qui si scende fino a 1400, si guada un fiumiciattolo e si risale fino alla Bregolina grande (1858 m).
Quindi dopo aver guadato 3 torrenti (grazie a delle scarpe adatte!), percorso circa 1500 metri in salito, 400 in discesa e 7 ore di marcia, finalmente giungemmo alla casera desiderata.
Appoggiati gli zaini pranzammo, poi ci dirigemmo verso la Forcella Lama, dove sapevo di trovare gli animali che volevo fotografare, ossia le marmotte.
Un tempo li era pieno di camosci, e per dire pieno intendo dire che quasi inciampavi su di loro camminando per quel passo, poi purtroppo è arrivata la rogna che ha sterminato la popolazione di camosci e stambecchi.

Ecco come fotografare le marmotte
Quelle marmotte avevano una distanza di fuga abbastanza limitata, soprattutto se ti avvicinavi basso e molto lentamente, quindi riuscimmo ad avvicinarci fino a pochi metri e scattare delle belle foto.
Durante il resto della giornata gli incontri non mancarono, vedemmo caprioli, cervi, e un’aquila reale volare in alto sopra di noi.
Poco prima del tramonto mi piazzai sotto un gruppetto di abeti che sorgevano in cima ad una collinetta, sapevo che da li a poco sarebbero comparsi dei cervi, e così fu, purtroppo erano ridotti veramente male, segnati anche loro dalla rogna.

La sera, prima di preparare la cena piazzai la fototrappola che mi ero portato, speravo che nella zona ci fossero ancora dei camosci, ma non scattò neanche uno foto:
non era passato la davanti nessun animale di notte a farsi fotografare, al contrario della porta della casera, la quale aveva visto passare una cerva con 2 piccoli.
La sera ne approfittai per fare un paio di foto notturne con lunga esposizione (come le “star trail” alle stelle), appoggiando la macchina fotografica su un maglione sopra una panca vista l’assenza di treppiede, guardare i cervi che si avvicinavo alla casera e poi dritto a dormire.

Il giorno dopo continuammo il cammino fino a superare la forcella Savalons (1976 m) e avere una vista spettacolare del Campanile di Val Montanaia, che dal 2009 fanno ufficialmente parte del patrimonio UNESCO.
Continuammo la nostra discesa fino a giungere alla casera Roncada (1781 m), dove trovammo un terzetto di padri e figli, per poi dirigerci verso il Rifugio Pordenone (1249 m).

Per fortuna che era quasi tutto in discesa, accusavamo ancora la scarpinata del giorno prima.
Riassumendo, è stato un bene conoscere il posto prima di andarci, infatti così ho potuto preparare uno zaino ad hoc senza cose superflue che mi avrebbero appesantito e basta, l’unica cosa che mi dispiace è non esser riuscito a vedere neanche un camoscio…
e pensare che un tempo era impossibile non vederli!
Cartina di riferimento: la mappa cartografica utilizzata per questa escursione fotografica sulle marmotte è stata la n° 21 della Casa Editrice Tabacco (mappa Tabacco 21) che copre l’area Dolomiti di sinistra Piave.
* Tutte le fotografie presenti in questa pagina sono Copyright di Fabrizio Palombieri
Qui finisce l’articolo di Fabrizio Palombieri su come fotografare le marmotte nel loro habitat naturale, come appostarsi, e come riuscire a non disturbarle.
Libri sulle Dolomiti Friulane: fotografie ed itinerari
Se vuoi scoprire maggiormente come fotografare al meglio le Dolomiti Friulane, ti consiglio di leggere questi libri fotografici sul tema:
- Il primo libro sulle Dolomiti Friulane (Dolomiti friulane. Le voci del silenzio), è un viaggio virtuale che rapisce e porta l’osservatore all’interno della scena.
Un viaggio fatto di sensazioni, luci e colori che consiglio a tutti gli amanti del genere “paesaggistico”.
- Nel secondo libro (Oasi Sauris, isola delle Dolomiti friulane.), si parla del territorio di Sauris, oasi culturale e linguistica nelle Dolomiti Friulane; si mostra allo spettatore come un’oasi di natura e di contemplazione viene completata dai borghi e le case della zona senza essere contaminata.
- Il terzo libro (Escursioni. Parco naturale Dolomiti friulane), si può riassumere così in poche parole:
“Da sempre le Prealpi Carniche esercitano una forte attrazione…avvertiamo profondo il vincolo spirituale con la natura ancestrale dei grandi silenzi, degli orizzonti infiniti, dei patriarchi arborei, dei fiori umili…dell’armonia che emana dalle linee e dai colori”
Inoltre se ti interessa fare le foto agli animali nel loro ambiente naturale ti consiglio di leggere le altre storie che abbiamo pubblicato sul genere “racconti fotografici” scritti sia da Fabrizio che da altri fotografi che collaborano con noi.
Infine, se ti piace quello che hai letto e decidi di acquistare un prodotto fotografico tra quelli proposti, considera di farlo tramite i nostri link: ci aiuterai a scrivere altri articoli e recensioni come queste! |
Ciao,
mi trovo per caso su questo sito e vorrei farvi i complimenti per i vostri racconti fotografici!
Mi piace molto come trattate questi argomenti sulla fotografia naturalistica e d’avventura.
Continuate così!
Ciao