L’appassionata di viaggi all’avventura Barbara Etzi ci porta, grazie alle sue splendide foto, nel Myanmar (Birmania).
Il suo avventuroso viaggio fotografico nel sud est asiatico è la perfetta incarnazione di quello che è il nostro sito diventare fotografo d’avventura.
Ti auguro una buona lettura e ti lascio al viaggio di Barbara.
Inizia il viaggio all’avventura in Myanmar
Dopo quasi 5 anni con l’idea di viaggiare per un periodo di 3-6 mesi zaino in spalla, finalmente ho trovato coraggio (e compagnia) per lasciare il lavoro e partire per quest’avventura!
Dei tanti magnifici posti che desideravo vedere nel sud est asiatico, il Myanmar, il paese delle pagode, era al primo posto.
Le foto dei pescatori di Inle Lake e le pagode di Bagan mi emozionavano, e sapere che in buona parte è un paese ancora inesplorato e in alcune zone l’accesso ai turisti è tuttora vietato (mentre altre sono state aperte agli esterni solo di recente) mi faceva sognare.
Dopo aver fatto un po’ di ricerca e creato una sorta di itinerario (e aver deciso quando partire), abbiamo deciso di iniziare il viaggio fotografico in Birmania da Kengtung, nella regione Shan, vicino al confine nord con la Thailandia, che sembra essere una meta ancora non particolarmente turistica.
Siamo all’ambasciata birmana a Bangkok, in Thailandia, e ci consegnano il visto per la Birmania (indispensabile per chi viaggia e vuole attraversare il confine via terra).
Attraversiamo la Thailandia in poco più di due settimane ed eccoci! Siamo arrivati in Myanmar!
Abbiamo attraversato il confine!
Prendiamo un pullman con molte più persone di quanti sono i posti a sedere e siamo le uniche straniere.
Prima tappa: Kengtung
Le persone son curiose, ci guardano e ci sorridono, ma in pochi parlano inglese. Dopo 5 ore su strada non asfaltata, curve e quant’altro arriviamo a Kengtung.
Kengtung è una piccola cittadina polverosa, circondata da montagne e colline.
L’elettricità funziona solo qualche ora ogni giorno, e infatti non riusciamo a prelevare i contanti con cui avremmo dovuto pagare il tuk tuk che ci ha portato alla guest house.
Facciamo una passeggiata nella via del food market, e incontriamo la nostra guida per metterci d’accordo per il giorno dopo (ed iniziare così alla grande il nostro tour in Birmania).
Per le strade incontriamo unicamente persone del posto.
Primo giorno di trekking con il nostro fantastico Freddie (un ragazzo di 32 anni che lavora come guida turistica e tour operator in Birmania), indispensabile presenza per il tipo di escursione che volevamo fare e che ha reso quest’esperienza indimenticabile.
Seconda tappa: i villaggi delle tribù birmane
Decidiamo di andare a visitare il villaggio della tribù Enn e della tribù Akhu.
Come arriviamo gli abitanti del villaggio cominciano ad uscire dalle loro case per venire ad incontrarci e mostrarci i loro manufatti:
braccialetti, collane, borsette, sciarpe e gonne.
Le donne della tribù degli Enn (conosciuta anche come ‘black teeth tribe’) si colorano i denti e la bocca con la pece.
Avere i denti neri è segno di bellezza!
Questa tradizione sta svanendo con le nuove generazioni e la scoperta dell’igiene orale.
Le donne della tribù Akhu (‘the bamboo pipe people’) usano la pipa per fumare, e ce le provano a vendere… e ovviamente me ne porto via una.
Il secondo giorno andiamo a visitare il villaggio degli Akha.
Arriviamo durante la celebrazione di un matrimonio, ci accolgono a braccia aperte, ci invitano a ballare con loro, bere il loro liquore di riso; giochiamo con i ragazzini, tiriamo fuori il selfie stick e adulti e bambini impazziscono nel vedersi riflessi sul telefono!
Dopo aver fatto il pieno di sorrisi e calore umano ci spostiamo per andare a visitare un altro villaggio Enn, in questo caso siamo in un villaggio Enn animista.
Incontriamo infatti lo sciamano del villaggio che è ancora considerata la figura principale della comunità, e ci racconta di essere molto impegnato con la sua gente a guarire e ad aiutare tutti in ogni occasione.
Lui e la moglie ci invitano nella loro capanna, ci offrono te, liquore di riso e arachidi.
Rimaniamo a chiacchierare con loro per buona parte del pomeriggio, li riempiamo di domande per capire di più la loro cultura.
La nostra guida fa da interprete e spesso lui stesso ci spiega un po’ come funziona e ci incuriosisce dandoci ulteriori informazioni.
Siamo completamente affascinati, e non vogliamo andare via!
L’ultimo giorno lo passiamo ad esplorare la città prima di andare in aeroporto.
Terza tappa: il lago Inle
Da qui ci spostiamo a Nyaung Shwe, per visitare il lago Inle; da Kengtung non ci si può spostare via terra da nessuna parte nel paese, tutto intorno sono monti, e l’accesso ai turisti è ancora vietato.
Inle lake è magico. Sicuramente molto più attrezzato per il turismo in Birmania rispetto a Kengtung, ma comunque bellissimo.
Da Inle Lake abbiamo fatto un viaggio interminabile di 15 ore su un bus notturno per arrivare a Hsipaw, un’altra cittadina ventilata e polverosa in mezzo ai monti.
Da qui abbiamo preso un treno rumoroso e moooooolto lento per una durata totale di 7 ore, per spostarci da Hsipaw a Pyin Oo Lwin e per passare sopra lo scenico viadotto di Gokteik.
Sopra il ponte il treno va pianissimo, sembra quasi non muoversi (perfetto per fotografare!) e lo scricchiolio al passaggio sulle rotaie fa un po’ paura.
Quarta tappa: Bagan e Yangon
Da Mandalay prendiamo un traghetto che ci porta molto lentamente a Bagan, il viaggio è estremamente rilassante.
È il nostro giorno libero dall’esplorare nuovi luoghi, lo scenario è infatti molto poco interessante ma sicuramente il mezzo di spostamento migliore preso finora.
Bagan! Ovviamente molto più turistico del resto del paese insieme a Inle Lake.
Ma è un posto estremamente magico e affascinante.
3 notti, 3 tramonti e 2 albe (una mattina proprio non ce l’ho fatta ad alzarmi alle 4☺) e 2000 pagode o stupas tutte intorno.
Le foto parlano da sole.
E da qui un altro bus notturno e siamo a Yangon, la vecchia capitale del paese (al tempo Rangon). Il centro è straordinario:
architettura coloniale, grandi mercati e le piccole botteghe, pagode, caldo e rumore.
Siamo alla fine del viaggio fotografico in Birmania
La Birmania, come ho cercato di raccontare con le mie foto, ha ancora delle forti tradizioni che spesso si incontrano con la modernità.
Le donne e i bambini usano ancora la Thanaka, una polvere fatta di corteccia, mischiata con l’acqua, con un profumo delicato, come trucco e protezione solare allo stesso tempo.
Gli uomini indossano ancora il Longyi, una specie di pareo annodato in vita.
Sono splendidi, innocenti e genuini.
[BONUS] Video sul Myanmar con Sony RX100 IV
Oltre alle immagini della Birmania scattate da Barbara Etzi durante il suo viaggio fotografico nel Sud-Est Asiatico, ti proponiamo questo video realizzato in Myanmar da Vladimir Morozov.
Il filmato in Alta Definizione (1080p) è stato girato con quella che riteniamo essere la miglior fotocamera compatta del 2016, ossia la Sony Rx100 Mark 4 (leggi ora la recensione).
Buona visione!
Qui finisce il racconto fotografico di Barbara Etzi, che ci ha trasportato per mezzo delle sue foto nel Myanmar e nella cultura asiatica a suon di immagini della Birmania.
Se vuoi seguire il suo diario di viaggio in Birmania tramite Instagram, questo è il suo profilo: @bab.babee (noi stessi, sul nostro profilo IG @diventarefotografodavventura abbiamo ricondiviso una sua foto tempo fa!)
Letture consigliate sul mondo birmano
Se vuoi sapere di più sul mondo delle donne birmane ti consiglio la lettura di questo libro di
Un altro libro pieno di fascino sulla cultura birmana è The Lotus Flower – Il tessuto nascosto nell’acqua (Loro Piana, B.Rotunno): con oltre cento fotografie questo volume narra della vita del popolo birmano, dell’antica tecnica della raccolta del fiore di loto e della filatura della sua fibra.
* Le fotografie di viaggio presenti in questo articolo sono Copyright di Barbara Etzi.
Ciao Barbara, con che tipo di macchina fotografica scatti le tue foto?
Sei molto brava a catturare i momenti e volevo sapere il tipo di attrezzatura che usi.
Grazie
Ciao Barbara,
anche io tempo fa sono stato in Birmania ma non sono riuscito a realizzare un reportage fotografico bello come il tuo. Bellissime foto!
Vorrei informarmi di più sulle donne birmane e le loro usanze e il libro che suggerite sembra molto interessante.
Ciao
Ciao Tony,
siamo contenti che ti piacciano le foto di Barbara Etzi, se vuoi puoi seguirla su Instagram come abbiamo scritto nell’articolo.
Per quanto riguarda le donne Birmane, il libro di Rossella Pezzino De Geronimo “Donne di Birmania” offre l’emozione di un viaggio nell’animo umano rappresentato da 61 scatti nei quali sono rappresentati sia le donne che i bambini.
Buona lettura!
Complimenti a Barbara Etzi per le foto stupende!
Ho visto il suo profilo Instagram e anche quello è molto interessante 😀
Brava e continua così!!!